A Vignola: studenti inventori, scuole innovative e l’Europa che non si fa amare
scritto da Manuela Ghizzoni
Stamattina ho avuto l’onore di premiare tanti geniali inventori in erba. Dove? A Vignola. Merito delle scelte lungimiranti del locale Istituto Levi – guidato dal dirigente Omer Bonezzi e dalla vicaria Vera Ricci, motori instancabili di iniziative e di leadership educativa – che investe tempo, risorse e intelligenza nei progetti extracurricolari, che trascinano i ragazzi a mettere a frutto i saperi scolastici attraverso le proprie attitudini e abilità, approdando così ad invenzioni di tutto rispetto: un braccio idraulico, una giostra, un robottino pulitore, una piattaforma online per gestire l’alternanza scuola-lavoro dell’istituto. Da parte dei ragazzi si tratta di tanto impegno extra scolastico, ore e ore del proprio tempo libero (da soli o in gruppo) dedicate alla progettazione e alla realizzazione di un progetto, spronati da docenti appassionati che li guidano e che ci mettono altrettanta motivazione e gratuità.
È un bell’ambiente educativo quello del Levi di Vignola, vanto della città anche perché i ragazzi diplomati riescono ad avere un veloce accesso nel mondo del lavoro e successo nella prosecuzione degli studi. A cosa si deve tutto questo? Come dicevo, a scelte lungimiranti, in particolare ad un programma di alternanza scuola-lavoro che ha, qui, una solida tradizione e che trasferisce ai ragazzi la cultura del lavoro in termini di opportunità di crescita, di autonomia, di sviluppo del proprio spirito di iniziativa e di intraprendenza. E poi all’investimento sulle competenze dei ragazzi cioè quella combinazione di conoscenza, abilità e attitudini che i ragazzi hanno dimostrato di possedere nei loro progetti di invenzione.
Competenze: una parola sulla quale l’Europa sprona gli stati membri ad investire fin dal 2000. Perché? Perché le competenze – rispetto ai soli saperi – sono un valore aggiunto per la realizzazione personale, la coesione sociale, per la cittadinanza attiva e per il mercato del lavoro. Sono anche un fattore primario per le sfide del futuro, europeo e personale. Al Levi da tempo si lavora sulle competenze dei ragazzi, così che possano avere una cassetta di attrezzi utili per affrontare il futuro. Al Levi si fa educazione seguendo le indicazioni dell’Europa. Al Levi si fa l’Europa e il nostro futuro.
Ps: Stamattina, ragionando con i ragazzi di competenze e sfide del futuro, sono approdata inevitabilmente a parlare di Europa. Ho chiesto loro chi si sentisse europeo. Nessuno ha alzato la mano. E come dare loro torto se di Europa sentono parlare solo in termini di banche, rigore, tagli, muri, barriere… Nessuno parla loro, ad esempio, della Strategia Europa 2020 che dispiega interventi perché si incrementino i livelli di occupazione, si elevino i livelli di investimento pubblico e privato in ricerca e sviluppo, si contrasti l’abbandono scolastico e si incrementi il numero di laureati? Il tutto perché l’Europa possa essere più smart, sostenibilibe ed inclusiva. Se i ragazzi non si sentono europei è una sconfitta di cui abbiamo la piena responsabilità. Ed è la lezione che mi hanno impartito stamattina i ragazzi del Levi.